Breve Storia di Pietradefusi

Una torre merlata, presidiata da un leone rampante, fa bella mostra di se, a testimonianza di profonde radici storiche, nello stemma di Pietradefusi, piccolo comune irpino, giunto ormai al VII secolo della sua storia.
Tra il Sannio e l'Irpinia, nella valle del Calore, su una collina, sorge questo piccolo, ma grazioso e tranquillo paese: Pietradefusi, il quale vanta origini medioevali, si sviluppa, infatti tra il XII e il XIII secolo.
Lorenzo Giustiniani, nel suo "Dizionario Ragionato del Regno di Napoli, 1804, descrive "Questa terra si vuole surta da cinque secoli, comprende quattro villaggi, chiamati Pappaciceri, Pisciano, Serra e Venticane. Gli abitanti ascendono a circa 5000 ".
Un altro studioso, il cronista di Montevergine Mastrullo, racconta che a sud di Pietradefusi sorgeva un altro piccolo paesino, S.Pietro della Sala, i cui resti si trovano ancora oggi nel sottosuolo, facente parte dei casali di Montefuscolo, donati dal re Ludovico D'Angiò, con atto del 20-9-1347, al Monastero di Montevergine. In seguito a delle lotte S. Pietro della Sala fu distrutto e i superstiti furono costretti a fuggire nei paesi vicini. A causa delle strazianti guerre, le contrade dei diversi casali, sia per difendersi dai nemici esterni, sia per formare un'entità apprezzabile, si fusero e diedero origine alla "Pietra delli Fusi" che, in definitiva, fu la risoluzione di una questione storico-politica.
Il paese è stato possedimento di diversi feudatari: i De Souz, i Tocco e gli Acquaviva d'Aragona.
L'origine storica è testimoniata, dalla suggestiva Torre Merlata, appartenuta nel XVI secolo ai duchi Acquaviva d'Aragona, costruita dal nobile Giacomo Tocco nel 1431, nella terra "della Pietra delle fusi", la quale richiamò i profughi del distrutto San Pietro della Sala.
Il nobile Tocco diede inizio su una piccola collina rocciosa, e cioè su una grossa pietra, sita a nord-ovest di ciò che rimaneva di S. Pietro della Sala, alla costruzione di una piccola fortezza, costituita da una casa-castello con al centro, nel suo punto più alto, un grosso torrione merlato.
Durante questa costruzione nacque una controversia con il Monastero di Montevergine circa la proprietà del suolo su cui si stava edificando. Giacomo Tocco, dunque, ridonò l'antico feudo ai Benedettini, con pubblico atto redatto dal notaio Jacomo Donato D'Adamo di Montefuscoli.
Il Cardinale Susignano e i monaci di Montevergine fecero portare a termine la costruzione che doveva poi appartenere ai principi Acquaviva D'Aragona.
In seguito a questa costruzione seguirono quelle dei casali vicini, in particolare di quello di Venticano, distrutto nel 1528 dai Francesi.
Queste furono tanto numerose che nel giro di pochi anni nacque un grosso paese, non a caso, chiamato " Pietra delli Fusi " cioè Pietradefusi.
L'Università di Pietradefusi era ben organizzata, risulta infatti che possedesse, oltre alla fortezza, un centro religioso identificato dalla Chiesa di S. Maria del Piano, una farmacia e un centro studi, entrambi curati dai monaci di Montevergine.
Pietradefusi oggi è costituito da varie frazioni: Dentecane, S.Elena irpina, S.Angelo a Cancelli ed è circondato dalle fertili campagne di Vertecchia e S. Sabino. Sulla piazza principale, si affaccia la Monumentale Chiesa Collegiata, è vastissima e domina un immenso panorama di monti, valli e pianure.
Il centro antico consente di ammirare i suggestivi panorami tra cui la Monumentale Chiesa Collegiata della SS. Annunziata, costruzione in stile barocco, imponente per le sue linee architettoniche e decorative.
L'edificio religioso custodisce al suo interno, tele di scuola napoletana e romana del 700, statue di Santi, arredi sacri ed ostensori preziosi in oro e argento di alto valore, donati dal Cardinale Coscia e da Papa Orsini.
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